Attore pluripremiato, regista e sceneggiatore
Sergio Castellitto è senza dubbio uno dei più noti e versatili attori italiani.
A proprio agio sia nei ruoli drammatici che nella commedia, ha vinto per due volte il David di Donatello come miglior attore protagonista (nel 1993 per “Il grande cocomero” e nel 2004 per “Non ti muovere”)
Continuando, due nastri d’argento come migliore attore protagonista (nel 1996 per “L’uomo delle stelle” e nel 2002 per “L’ora di religione”). Molto richiesto all’estero, sopratutto in Francia, Castellitto ha recitato in inglese ne “Le Cronache di narnia – Il principe Caspian” nel ruolo di Re Miraz, zio e antagonista del giovane Caspian.
«Un volto inconfondibile che si presta a delle imprevedibili trasformazioni grazie a una sottile capacità di introspezione del personaggio da interpretare: Sergio Castellitto è l’erede dei mostri sacri del cinema italiano, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Alberto Sordi e Vittorio Gassman, attori in grado di calarsi in ogni ruolo mantenendo una precisa identità, in un gioco di immedesimazione che punta tutto sulla sottigliezza recitativa piuttosto che sul camaleontismo fisico. L’apparente normalità della recitazione, una naturalezza di gesti ed espressioni raggiunta grazie allo studio e all’applicazione, con decisive esperienze teatrali alle spalle. Questa naturalezza ha consentito a Castellitto di prestare il suo volto ad alcuni dei personaggi più amati dagli italiani, come Fausto Coppi, Enzo Ferrari e padre Pio, ed è in queste interpretazioni, al cospetto di autentiche icone popolari, che l’attore svela un altro lato del suo carattere: l’umanità che abbatte qualsiasi mito e mistificazione. Un attore di estrema finezza che ha contribuito, negli ultimi trent’anni, al rinnovamento del cinema italiano legando il suo nome a quello di registi come Amelio (La stella che non c’è), Bellocchio (L’ora di religione, Il regista di matrimoni), Scola (La famiglia, Concorrenza sleale), Tornatore (L’uomo delle stelle) […], per poi imporsi anche all’estero, con una presenza ormai costante nel cinema francese, dove ha modo di farsi apprezzare da Jacques Rivette (Chi lo sa? e Questione di punti di vista)» (dalla quarta di copertina del volume a cura di Enrico Magrelli, Sergio Castellitto. Senza arte né parte, Rubettino, Soveria Mannelli, 2012).
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