Maurizio “Manolo” Zanolla

Il primo vero uomo NO LIMITS

Maurizio “Manolo” Zanolla è uno dei più grandi arrampicatori italiani e pionieri del free climbing a livello mondiale. Nato nel 1958 a Feltre, in provincia di Belluno, Zanolla ha rivoluzionato il mondo dell’arrampicata sportiva con il suo approccio innovativo e il suo stile unico. Conosciuto con il soprannome di “Manolo”, ha dedicato la sua vita alla montagna e all’esplorazione di nuove vie, guadagnandosi il rispetto della comunità internazionale per la sua abilità, determinazione e filosofia.

Fin da giovane, Manolo è stato attratto dalla natura e dalle montagne che circondano il suo paese natale. La sua passione per l’arrampicata iniziò da autodidatta, esplorando le rocce vicino a casa. All’inizio degli anni ’70, Zanolla si avvicinò all’arrampicata classica, scalando alcune delle più famose pareti delle Dolomiti. Ben presto, però, il giovane Manolo comprese che la sua vera vocazione non era solo seguire le vie tradizionali, ma cercare di spingere i limiti fisici e mentali dell’arrampicata.

Negli anni ’80, Manolo abbracciò completamente il free climbing, una disciplina che permette agli arrampicatori di scalare utilizzando solo le proprie mani e piedi, senza ausili tecnici come chiodi o staffe, se non per protezione in caso di caduta. Questo nuovo approccio all’arrampicata non solo richiedeva una straordinaria forza fisica, ma anche un’elevata concentrazione mentale e una profonda connessione con la montagna.

Manolo si distinse rapidamente nel panorama dell’arrampicata sportiva per le sue prime ascensioni su vie di grande difficoltà tecnica. Una delle sue realizzazioni più celebri è stata la salita della via “Il Mattino dei Maghi” nel 1981, che è diventata una delle prime vie di grado 8a in Italia, una difficoltà che all’epoca era considerata estrema. Questo risultato segnò una svolta non solo per Zanolla, ma per tutto il mondo dell’arrampicata sportiva, contribuendo a stabilire nuovi standard.

Nel 1992, Manolo si superò nuovamente con la creazione di “Ultimo Movimento”, una via di grado 8b+ situata nelle Dolomiti. Questo traguardo rappresentò un’altra impresa pionieristica, dimostrando il suo talento innato e la sua costante ricerca dell’innovazione.

Manolo non è solo un arrampicatore di altissimo livello tecnico, ma anche un filosofo della montagna. Per lui, l’arrampicata è una forma d’arte, un dialogo continuo tra l’uomo e la natura. Contrariamente a molti arrampicatori moderni, che cercano la competizione e il riconoscimento, Manolo ha sempre privilegiato l’aspetto più introspettivo e personale dell’arrampicata. Nelle sue interviste e nei suoi scritti, sottolinea spesso l’importanza della libertà individuale e della ricerca di un equilibrio interiore.

Manolo si è sempre rifiutato di seguire i circuiti agonistici dell’arrampicata sportiva, preferendo dedicarsi all’esplorazione di nuove vie in solitudine o in piccoli gruppi di amici fidati. Il suo approccio è stato definito “minimalista”, sia in termini di attrezzatura utilizzata che di impatto ambientale, cercando sempre di rispettare il più possibile l’integrità delle pareti che scala.

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